Kickboxing: un sogno e anni di lavoro, il titolo di Simone Barbiere

Kick Boxing News

Pubblicato il: 03/11/2019



Undici campionati italiani, numerosi successi in ambito internazionale, un bronzo, un argento e un oro agli Europei e un argento mondiale. Nella bacheca di Simone Barbiere mancava soltanto il titolo iridato, massimo traguardo per un atleta di kickboxing. Una medaglia che il 28enne atleta di Brandizzo, portacolori dell’Action Team Italia, ha conquistato pochi giorni fa a Sarajevo ai Mondiali WAKO disputati dal 22 al 26 ottobre, nella specialità light contact e nella categoria Senior -79 kg. Una medaglia che aveva desiderato fin da ragazzino e che a lungo aveva visto come un sogno irrealizzabile; troppi gli avversari di alto livello da battere, troppo lunga e tortuosa la strada verso il vertice. Strada sulla quale Simone si è però lanciato molti anni fa come un’auto in corsa, con risolutezza e grande forza di volontà, aggiungendo costantemente nuovi elementi al suo bagaglio tecnico e atletico. Curando in maniera sempre più approfondita i “dettagli”, che sui massimi palcoscenici determinano spesso la vittoria o la sconfitta.

L’avvicinamento ai Mondiali non è stato semplice per Simone, costretto a un’operazione per un problema al menisco. Un recupero lampo e il successivo mese di intenso allenamento – oltre naturalmente al lavoro svolto in precedenza, durante l’estate e in generale nelle passate stagioni – gli hanno però permesso di presentarsi in ottime condizioni sul tatami della capitale bosniaca. Con l’obiettivo della medaglia più preziosa, con la pressione di chi è indicato tra i favoriti, per giunta vicecampione in carica e detentore del titolo italiano ed europeo. «L’imprevisto del ginocchio mi ha ‘liberato la mente’ da ogni aspettativa – spiega Simone – alla vigilia delle gare sapevo di essere competitivo, ma la mia forma fisica rappresentava comunque un’incognita. Ho pensato soltanto a dare il massimo in ogni incontro e alla fine tutto è andato per il meglio».

Agli ottavi ha superato 3-0 il polacco Kolakowski, ai quarti 2-1 il russo Vorobyev, in semifinale con analogo punteggio l’irlandese Kenny e in finale, nuovamente per 3-0, l’ungherese Szmolek, quest’anno già affrontato e battuto in Coppa del Mondo. Un capolavoro di tattica, arma che gli ha permesso di contrastare le qualità migliori dei suoi avversari, in particolare nei due match più combattuti. Simone fatica a trovare le parole per descrivere la sua gioia; è questo lo stato d’animo dominante, anche a distanza di qualche giorno, unito alla soddisfazione di aver coronato un’intera carriera, iniziata parecchio tempo fa, costellata di successi ma anche di sacrifici. In tanti – familiari, compagni di squadra, amici – hanno contribuito ad accrescere la sua emozione, inviandogli un gran numero di messaggi.

Al ritorno in Italia ha trovato l’intera Brandizzo ad accoglierlo, sotto casa, in palestra, in occasione della cerimonia di premiazione istituita dal Sindaco Paolo Bodoni. La città vive con affetto e partecipazione le imprese di Simone, atleta, istruttore di tanti bambini e tecnico di agonisti e amatori, insegnante di educazione fisica e consigliere comunale; qui è cresciuto e ha legato la sua vita alla kickboxing, disciplina che ha intrapreso da bambino guidato dal papà Enzo, maestro e fondatore della società Action Team Italia. «All’inizio era un gioco, poi intorno ai 15 anni ho cominciato ad allenarmi seriamente – ricorda – non volevo accontentarmi dei risultati ottenuti fino ad allora, volevo compiere un salto di qualità».

«La kickboxing mi ha sempre affascinato per la sua capacità di influire positivamente sulle persone, a tutti i livelli – prosegue – insegna regole e autocontrollo, è fonte di autostima, induce a seguire uno stile di vita sano». Simone l’ha imparato sulla propria pelle e continua a scoprirlo ogni giorno che entra in palestra, su di sé e sui suoi allievi di ogni età. È un modello di riferimento per tutti, per i suoi successi sportivi e per le sue qualità umane. Forse è proprio questa la soddisfazione più profonda, più delle medaglie, più di un titolo mondiale.

Primo titolo mondiale per l’Action Team Italia
Per la prima volta in ventitré anni di storia, l’Action Team Italia è salita sul tetto del mondo. I Mondiali WAKO di Sarajevo hanno incoronato Simone Barbiere (light contact Senior -79 kg), punta di diamante di una società che si fonda sulla passione per la kickboxing e che la propone in tutte le sue specialità (point fighting, full e light contact, low kick e K1). L’Action Team Italia è attiva sul territorio piemontese dal 1996 e oggi conta ben quindici sedi in provincia di Torino e non solo, nelle quali opera un ampio staff di istruttori qualificati. È affiliata alla FIKBMS, la Federazione Italiana riconosciuta dal CONI e dalla WAKO (la Federazione Internazionale).

A fondarla fu Enzo Barbiere, maestro di arti marziali e papà di Simone, che nella palestra di Brandizzo è cresciuto fino a entrare in nazionale – ormai più di dieci anni fa – e a conquistare tutte le più importanti medaglie europee e mondiali. In parallelo alla propria carriera di atleta, all’interno del sodalizio presieduto dalla signora Vera Rege, Simone ha intrapreso quella di tecnico. Svolge attività di motricità con i bambini e insegna la propria disciplina a ragazzi e adulti, agonisti e semplici appassionati di tutte le età. Insieme agli altri allenatori lavora per formare gli atleti del settore giovanile. Alcuni hanno già raccolto buoni risultati in Italia e al di fuori dei confini nazionali; punteranno ancora più in alto, seguendo l’esempio del loro maestro.

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