Rugby: Facundo Columba, cuore argentino al CUS Ad Maiora

News Rugby

Pubblicato il: 19/10/2018



Un sorriso contagioso, un’inflessione che ne rivela le origini e l’entusiasmo spontaneo di chi vive al cento per cento la propria giovinezza, inseguendo un sogno e dedicando tutto sé stesso per raggiungerlo. Facundo Columba è uno dei volti nuovi dell’Itinera CUS Ad Maiora Rugby 1951 nella stagione appena cominciata, classe 1996, argentino e discendente da bisnonni piemontesi emigrati in America del sud molto tempo fa. È il mediano di apertura della squadra; un regista e un giocatore completo, in pratica, capace di passare e calciare il pallone, di correre, leggere l’azione e guidare la manovra dei compagni. Proprio questa completezza di gioco l’ha indotto a scegliere il rugby, dopo aver praticato calcio, basket e pallanuoto, persino judo e ginnastica negli anni del liceo sportivo. «Decisi di dedicarmi al rugby perché vi trovai caratteristiche di tutti gli sport in cui mi ero cimentato – sottolinea Facundo, che mosse i primi passi nel Club Universitario di Rosario – sua città natale – e lì rimase fino al 2014, quando si trasferì per un certo periodo a Colorno disputando il campionato under 18 e anche un test match con la nazionale giovanile azzurra. Chiusa la parentesi in Italia rientrò in Argentina e debuttò nella prima squadra del suo storico club; quindi volò in Nuova Zelanda e per nove mesi vestì la maglia del Temuca, lavorando allo stesso tempo come muratore per mantenersi.

«Nei loro campionati minori mi sono potuto confrontare con alcuni ex campioni e ho scoperto una nuova velocità nel gioco – commenta a proposito della sua esperienza in Oceania – ho capito come il rugby sia parte della loro cultura, come ogni partita sia una battaglia da vincere a tutti i costi; non a caso sono i migliori al mondo». «Anche agli argentini piace vincere, per dimostrare di essere i migliori – prosegue Facundo, che nelle ultime due stagioni fino al suo arrivo in Piemonte ha militato nella prima squadra del Club Universitario di Rosario – per questo mettiamo tanta passione in tutto e sul campo giochiamo con il cuore sia in partita sia in allenamento. Ho trovato grande passione anche qui a Torino, dove mi hanno colpito la professionalità, il metodo e soprattutto l’attaccamento alla maglia. Con un semplice sguardo i giocatori ‘storici’ del team sanno trasmettere il senso di appartenenza alla squadra».

Oggi Facundo frequenta l’università di scienze motorie e gioca al CUS Ad Maiora – un gruppo di amici e una nuova famiglia – continuando ad allenarsi con massimo impegno per diventare un giocatore sempre più forte e completo. «Il mio sogno più grande è partecipare ai Mondiali e lo coltivo fin da quando ero ragazzino – conclude – per questo ho sempre organizzato la mia vita in funzione del rugby, senza mai saltare un allenamento. E per questo qualche anno fa mi trasferii in Italia e poi in Nuova Zelanda, alla ricerca di esperienze di allenamento che potessero migliorarmi dal punto di vista tecnico. Ma forse non ero ancora del tutto pronto a lasciare la mia casa, la mia famiglia e i miei amici, così sono tornato in Argentina. È stata la decisione giusta, ora sono più maturo e desideroso di rimanere qui per continuare la mia formazione».

Rugby, somma di tanti sport
«Quando ero piccolo mia mamma mi portava al campo nel primo pomeriggio e tornava a prendermi alla sera». Facundo Columba è da sempre uno sportivo a trecentosessanta gradi. Da bambino giocava a calcio come la maggior parte dei suoi coetanei in Argentina, poi con alcuni compagni di squadra provò la palla ovale senza più abbandonarla. «Il rugby contiene abilità di tante discipline – spiega – il contatto fisico per portare a terra un avversario è simile a quello del judo e bisogna saper gestire il pallone con le mani e con i piedi. I calci assomigliano ai rinvii di un portiere, la capacità di tenere la palla con una mano è la stessa della pallanuoto, i passaggi e i movimenti di gambe per disorientare l’avversario ricordano il basket». Facundo ha sperimentato tutti questi sport e ha praticato anche ginnastica, sinonimo di elasticità e forza.

A partire dalla sua filosofia di rugby ha già anche immaginato un metodo di allenamento che un domani gli piacerebbe sviluppare, partendo dalla pratica di tante discipline per preparare corpo e mente in maniera completa. Proprio come da lui stesso osservato in Nuova Zelanda, dove la scuola propone tanti sport ai ragazzi. La sua poliedricità gli ha permesso di assumere l’attuale ruolo di mediano d’apertura. «Con coach Lucas D’Angelo sto lavorando soprattutto sullo sviluppo della visione di gioco che è un aspetto nel quale devo migliorare – conclude – è un elemento fondamentale, perché è mia responsabilità concretizzare il lavoro di tutta la squadra».

Foto di Diego Barbieri – la fotogallery dell’ultima partita del CUS Ad Maiora a questo link

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