A Recetto è piena estate. Il sole scalda i tre laghetti artificiali scavati nei pressi del torrente Sesia, dove la Federazione Italiana sci nautico e wakeboard ha installato il proprio centro tecnico. Qualche motoscafo traina gli sciatori, ma c’è chi gli sci non li indossa neppure, solcando il pelo dell’acqua con i piedi nudi. È Filippo Mussano Ribaldone, trent’anni a ottobre, atleta torinese della nazionale; il numero uno in Italia nella sua disciplina, con sette titoli tricolori consecutivi e varie medaglie internazionali nella specialità salto, ma assolutamente competitivo anche nello slalom e nelle figure.
A guidare la barca a motore c’è Daniele Miniotti, tecnico della squadra azzurra e suo allenatore da diverse stagioni. Attraverso lo specchietto retrovisore lo guarda alzarsi in piedi sull’acqua man mano che prende velocità e poi lo osserva scavalcare l’onda generata dallo scafo, a destra e a sinistra, in avanti oppure girato di spalle, quasi sempre su una gamba sola. Il laghetto è lungo quasi un kilometro; quando Filippo arriva al fondo si lascia andare, si riposa nel tempo in cui la barca inverte la direzione, recupera l’estremità della corda e torna indietro, cercando di correggere le imprecisioni.
È un perfezionista, e del resto quando si pratica uno sport ai massimi livelli sono i dettagli a decidere l’esito di una gara. «Per tanti anni ho praticato questo sport semplicemente perché mi divertivo – racconta – da molto tempo però al divertimento si è unita la voglia di vincere; per questo mi alleno ancora, anche oggi dopo 24 anni, per cercare di migliorare e, di conseguenza, di vincere». Con la stessa mentalità Filippo affronta la vita di tutti i giorni. Due anni fa si è iscritto nuovamente all’università e studia giurisprudenza, per prepararsi un futuro da avvocato quando deciderà di interrompere la carriera sportiva.
Questa è iniziata negli anni ’90 sull’Albarella, isola del mar Adriatico situata vicino al delta del Po in provincia di Rovigo. Filippo ha trascorso qui tutte le estati della sua infanzia e durante una di queste scoprì lo sci nautico, tradizionale e a piedi nudi. «Intorno ai 13 anni mi proposero di partecipare ai campionati italiani giovanili – ricorda – mi dovettero anche spiegare le regole, perché non avevo mai partecipato a una gara, ma chiusi ugualmente con una buona prestazione e allora iniziai a pensare di allenarmi più seriamente». Fu apripista ai successivi Europei, disputati proprio all’Albarella, e nel 2002 entrò nel gruppo di atleti di interesse nazionale.
Oggi Filippo gareggia in tutte le specialità dello sci nautico a piedi nudi ma «la mia preferita è il salto – assicura – per l’adrenalina che genera e per la concentrazione che richiede. Nel tempo ho imparato a conoscere e apprezzare le diverse sensazioni, al punto che in allenamento e in gara mi fido più di queste che di ciò che vedo con gli occhi. Sotto i piedi sento l’acqua e poi la tavola del trampolino; e durante il volo capisco a che punto mi trovo – e quindi cosa devo fare – in base a quanto sento tirare la corda». Filippo esegue il salto con una tecnica che prevede l’inclinazione del corpo in avanti – quasi in orizzontale – dopo lo stacco, in maniera da opporre meno resistenza all’aria e volare più lontano.
Oltre agli innumerevoli titoli italiani questa specialità gli ha regalato due argenti e un bronzo agli Europei, nei quali è salito altre quattro volte sul podio. Gli manca soltanto il titolo, così come una medaglia iridata che sogna di conquistare a Toronto ai Mondiali in programma ad agosto. Insieme a lui voleranno in Canada anche gli azzurri Chiara Rattalino, Matilde Gasparini, Paola Aimone e – nella categoria under 16 – Gianluca Gorrino e Andrea Emma. Al ritorno a casa sarà quasi il momento di ripartire con la preparazione invernale in palestra, in vista di una nuova caldissima estate sul lago di Recetto.
Luca Bianco