Karate: Michele Martina e il titolo mondiale “torinese”

Karate News

Pubblicato il: 10/11/2017



“… quando ero piccolino e mi chiedevano cosa volessi fare da grande… quel bimbo non ha mai avuto dubbi, voleva fare karate…”. Michele Martina ha iniziato a praticare il karate all’età di quattro anni, oggi ne ha quasi 21 e due settimane fa a Tenerife ha vinto il suo primo titolo mondiale. Tra “quel bimbo” e l’atleta ormai maturo di oggi c’è una lunga carriera di successi e soprattutto una bella storia di passione per lo sport. La storia comincia a Brindisi, viaggia per l’Italia e per l’Europa tra gare nazionali e internazionali, approda a Torino per un anno e prosegue a Roma, dove Michele si è trasferito da pochi mesi in seguito al tesseramento per le Fiamme Oro. Qualche giorno dopo il passaggio in Polizia ha condiviso alcuni pensieri in un post su Facebook; poche righe cariche di emozione che raccontano una storia di sacrifici e determinazione, tra “inverni trascorsi sotto il vento e la pioggia, serate passate in palestra e estati spese per la preparazione”. Per un’intera stagione Michele si è persino allenato in un garage, con l’amico fraterno e maestro Vincenzo De Leo. Quante volte in questi anni ha vissuto la tensione della competizione, l’adrenalina del pubblico, la delusione della sconfitta e la gioia della vittoria. “Ma sono contento di quel che sono e di quel che ho fatto” sottolinea, scrutando l’orizzonte in cerca del prossimo sogno da realizzare: Tokyo 2020, la prima Olimpiade della storia con il karate.

C’è tempo. Il presente di Michele Martina è lo splendido titolo iridato under 21 (categoria 75 kilogrammi) conquistato a fine ottobre a Tenerife. Proprio in Spagna Michele aveva partecipato al suo primo Mondiale, nel 2013 a Guadalajara a livello Juniores; poi diverse convocazioni in nazionale, un oro europeo under 21 e anche un argento, conquistato nel febbraio scorso a Sofia. “Mi sentivo bene da parecchi mesi e i risultati mi davano fiducia” racconta, “nelle settimane di raduno tra Ostia e Tenerife ho migliorato ulteriormente la forma, quindi mi sono presentato carico all’appuntamento, che attendevo da molto tempo”. “Il mio Mondiale è iniziato con un primo turno molto complicato e vinto soltanto per giudizio arbitrale” continua Michele, “poi ho disputato altri quattro incontri fino alla finale, nella quale sono salito in pedana con serenità e sono riuscito a combattere al meglio”.

C’è tanta Torino nella medaglia di Michele, che per tutta la passata stagione si è allenato al CUS Torino con Salvatore Loria, lo stesso tecnico della nazionale che l’ha guidato anche a Tenerife. I due si sono conosciuti negli anni trascorsi in azzurro, creando uno stretto legame a livello sportivo e umano. È stato proprio Savio Loria a suggerirgli di trasferirsi sotto la Mole per allenarsi e contemporaneamente frequentare l’università di matematica, grazie a una borsa di studio del progetto Agon promosso dalla società del Presidente Riccardo D’Elicio. “Qui ho trovato un gruppo fantastico di atleti e tecnici e il clima perfetto per allenarmi” spiega Michele, “è stata anche un’esperienza di vita perché per la prima volta ho passato un intero anno lontano da casa”.

“Michele ha sempre mostrato il massimo impegno in ogni allenamento della sua vita” sottolinea Salvatore Loria, “per quanto riguarda l’ultimo anno e mezzo nel quale abbiamo lavorato insieme al CUS Torino penso che abbia trovato una nuova consapevolezza, imparando a gestire meglio certe situazioni di gara dal punto di vista tecnico e mentale. Nel 2017 ha raccolto buoni risultati dappertutto e si è presentato al collegiale pre-Mondiale in gran forma; l’ha ulteriormente migliorata ed è così arrivato al cento per cento all’appuntamento più importante. Il primo match è stato duro, contro un avversario poco conosciuto, rapido e molto ordinato. Ma il cammino verso la finale è stato inesorabile; a un certo punto ha accusato un po’ di tensione ma è riuscito a riportare l’attenzione sugli aspetti tecnici e tattici che contavano. E in finale è stato perfetto”.

Rientrato in Italia, Michele è tornato a Roma; in questo periodo ha interrotto l’università ma – assicura – la riprenderà. Oggi può dedicarsi al cento per cento al karate, come desiderava da bambino quando muoveva i primi passi alla scuola Dokko Do di San Pietro Vernotico, alle porte di Brindisi, seguito dal maestro Nicola Ciarloni. Sacrificio e passione l’hanno condotto sul tetto del mondo proprio nell’ultima gara da under 21 della sua carriera e adesso lo condurranno nella nuova avventura con la nazionale assoluta. La prima tappa di questo viaggio – nelle prossime settimane – sarà un raduno a Tokyo, seguito da un’importante competizione a Okinawa. Sognando naturalmente di tornare in Giappone per le Olimpiadi del 2020.

Foto tratta dal profilo Facebook di Michele Martina

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