Tennis Tavolo: Amine Kalem da Menzel Temime al podio di Rio

News Tennis Tavolo

Pubblicato il: 07/12/2016



I ragazzi di Menzel Temime, cittadina nel nord della Tunisia, non hanno molte possibilità di praticare sport. Praticamente una sola, almeno fino a qualche tempo fa: il tennis tavolo. È una scelta quasi obbligata, quindi, quella che all’inizio degli anni ’90 porta Amine Kalem in palestra per la prima volta. Pochi tavoli, una “mezza racchetta”, nessun maestro, lunghe attese per aspettare il proprio turno. Amine impara proprio guardando i più bravi e raccogliendo qualche consiglio qua e là; “era l’unico passatempo e diventò ben presto la mia passione” ricorda, “giocavo tutti i pomeriggi dopo la scuola, con i normodotati”. Classe 1982, Amine Kalem ha una malformazione all’osso e al muscolo della gamba sinistra. Questo non gli impedisce di vincere i Campionati Nazionali giovanili, titolo che gli vale la convocazione per alcuni stage in nazionale. Gli si prospetta anche l’ingresso nella squadra paralimpica, ma viene escluso perché non ritenuto “sufficientemente” disabile.

Amine è naturalmente deluso ma continua comunque a giocare; finisce la scuola superiore e all’età di 22 anni arriva a Varese, dove ritrova i genitori che si erano trasferiti in Italia nel 1989, lasciandolo in Tunisia con la nonna. Fa il muratore, il saldatore e il corriere; conosce la futura moglie Cinzia, con cui va a vivere a Novara, e ovviamente gioca a tennis tavolo. Nel 2015 entra nella nazionale italiana paralimpica; i risultati sono immediati, in singolo e in doppio, e culminano con la vittoria del Lignano Master Open del febbraio scorso. 16esimo nel ranking mondiale conquista il pass per le Paralimpiadi di Rio (classe 9); qui, al termine di un torneo incredibile nel quale supera anche il numero 1 del mondo – il cinese Ma Lin – Amine Kalem vince la medaglia di bronzo.

“Anche a quasi tre mesi di distanza è una grande emozione” assicura, “era la mia prima partecipazione ai Giochi e non avevo particolari ambizioni di risultato. Essendo in nazionale da poco non conoscevo i miei avversari e questo era uno svantaggio; ma del resto neppure loro conoscevano me e questo è stato senza dubbio un vantaggio. Ai quarti contro il pluricampione olimpico e mondiale Ma Lin sono sceso in campo senza niente da perdere e mi sono guadagnato la semifinale e la medaglia”. Una bellissima sorpresa e una grande soddisfazione; anche una rivincita, nei confronti del passato e di chi, molti anni fa, l’aveva escluso dalla nazionale tunisina.

Da molte settimane ormai Amine è tornato alla “normalità”, anche se le gare olimpiche rimarranno per sempre impresse nella sua mente. Dopo la parentesi di Rio ha ripreso ad allenarsi e a insegnare il tennis tavolo a bambini e ragazzi. Al di là della tecnica – appresa nella palestra di Menzel Temime guardando gli altri giocatori – Amine spiega loro che “uno degli aspetti più importanti di questo sport è la testa” conclude, “a Rio non ero tra i più forti ma sono rimasto lucido e concentrato; e alla fine ho vinto la medaglia”.

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