I Torino Bulls (o meglio, l’Hockey Club Torino Bulls 2011) è una società di hockey su ghiaccio che nasce dall’iniziativa di un gruppo di giocatori, ex giocatori e appassionati torinesi, per offrire una nuova occasione di gioco e sport, pensata prima di tutto per i più piccoli, i ragazzi e le ragazze tra i 6 e gli 11 anni.
Vogliamo rinnovare la ricca e lunga tradizione hockeystica torinese, lavorando a stretto contatto con le agenzie educative e le società sportive già presenti e attive in città. Da questo nasce il nome di Torino Bulls: non solo un richiamo al nome usato per un breve periodo dalla storica società hockeystica torinese dell’HC Torino (fondata nel 1949 e attiva fino al 2006), ma soprattutto un modo per sottolineare il profondo radicamento nella realtà locale, con il richiamo all’animale simbolo della città; lo stesso richiamo che si ritrova nei colori sociali della squadra, il giallo e il blu, colori della città.
I Torino Bulls nascono dall’idea di un gruppo di soci, che sono quanto di più eterogeneo: gente che vive sul ghiaccio da quando cammina, gente che ha infilato i pattini un paio di anni fa e anche qualcuno che si ostina a non pattinare. Persone con poco più di vent’anni, altre che ne hanno parecchi di più. Persone che hanno vissuto o vivono di hockey, altre che vivono di tutt’altro e dedicano all’hockey il proprio tempo libero. Persone così diverse si sono trovate a condividere la propria concezione dello sport come gioco serio, ovvero come momento ludico che trova nell’impegno e nella serietà la prima base per un vero divertimento. Questo non significa ovviamente rinunciare alla componente agonistica, perché l’agonismo e la sfida agli avversari sono fondamenti necessari di qualunque sport. Ma la competizione non può diventare agonismo a ogni costo, non può trasformare la vittoria in un valore assoluto.
L’hockey è in Italia uno sport piuttosto povero, senza le risorse degli sport più diffusi. Questo è un limite, ma possiamo farlo diventare una risorsa: praticare uno sport come questo vuol dire subire pressioni minori, vivere in un contesto in cui lo scopo principale è dare ai ragazzi occasioni per giocare. Se queste occasioni di gioco porteranno a vittorie, ne saremo tutti felici; se saranno sconfitte, non sarà un dramma.