Manuela Savini, il padel e una settimana da ricordare

News Padel

Pubblicato il: 20/10/2018



Una lunga trasferta internazionale, un’intera settimana di partite in mezzo a centinaia di atleti provenienti da vari paesi del mondo, in un clima di agonismo e soprattutto di grande divertimento. Non c’è differenza tra ragazzi e adulti, a tutte le età lo sport regala emozioni e ricordi, da conservare per sempre con entusiasmo e con un pizzico di nostalgia. Manuela Savini non dimenticherà più l’ultima settimana trascorsa a Malaga, sede della prima edizione dei Campionati Mondiali Senior di padel, evento aperto a giocatori over 35 cui Manuela ha partecipato con la maglia azzurra. Torinese e tesserata per il Monviso Padel Club, è volata in Spagna con Stefano Pupillo e Matteo Spizzica, entrambi romani e suoi compagni di squadra al circolo di Grugliasco (Stefano è capitano del team), già più volte convocati in nazionale. Per Manuela si è invece trattato di un bellissimo esordio, a partire dai colori della cerimonia di apertura e proseguendo con le sfide del torneo iridato; fino alla finale, anticipata dall’ingresso in campo accompagnato dall’inno.

«Come previsto la Spagna si è rivelata più forte – racconta – ma tornare a casa con la medaglia d’argento è stato ugualmente un ottimo risultato, a coronamento di una settimana speciale. In pochi giorni abbiamo socializzato con tanti giocatori di altri paesi che poi hanno tifato per noi insieme agli altri italiani; anche questo ha contribuito a generare un’atmosfera unica». «Un’atmosfera sicuramente più rilassata rispetto a quella delle competizioni internazionali Assolute – aggiungono Stefano e Matteo, medaglia di bronzo con la squadra maschile alle spalle di Spagna e Argentina – si scende in campo per vincere, ma soprattutto per godersi la competizione, talvolta anche scherzando con gli avversari. Del resto è lo spirito del padel, che pratichiamo nel tempo libero per passione e divertimento».

Gli stessi elementi che spingono Manuela a giocare più sere a settimana e nei week end, aggiungendo sedute di preparazione atletica al mattino. «I Mondiali sono stati il premio più bello per il tempo dedicato all’allenamento – assicura – sono stati anche un’occasione per vedere all’opera ex professionisti e trarre spunti per migliorare dal punto di vista tecnico». Manuela è maestra di tennis ed ex giocatrice di terza categoria e nei primi anni duemila ha persino completato due maratone “per sfidare sé stessa”, aneddoto che descrive bene il suo modo di vivere lo sport. Provò il padel per la prima volta nell’estate del 2015 in occasione di un torneo, perse il primo incontro e uscì dalla “gabbia” ripromettendosi di non metterci più piede. Ma un anno più tardi decise di dare al nuovo sport una seconda possibilità, si ricredette e iniziò a praticarlo come un’agonista, seguendo il suggerimento ricevuto durante un clinic dal CT della nazionale Gustavo Spector.

Come lei, Stefano Pupillo e Matteo Spizzica hanno un passato da tennisti di ottimo livello; il primo con titoli internazionali giovanili, tutti e due con classifica equivalente all’attuale seconda categoria. Stefano scoprì il padel nel 2010 quando presso il suo circolo venne installato uno dei primi campi di Roma. Iniziò quindi a giocare con gli amici, spostandosi spesso a Milano e Bologna per allenarsi nelle località italiane dove la disciplina era più diffusa; anche in Spagna, per cogliere i “segreti” del gioco laddove questo è nato. In coppia con il fratello Alessandro è stato numero uno d’Italia e ha partecipato a due edizioni di Campionati Europei e Mondiali. Nelle stesse manifestazioni ha gareggiato anche Matteo, che sperimentò per la prima volta il padel nel 2013 e iniziò a praticarlo l’anno successivo, entrando in breve tempo nei primi dieci della classifica nazionale.

Un traguardo non distante per Manuela Savini – dodicesima in Italia – che dopo aver girato in vari circoli tra Torino e Milano ha trovato “casa” al Monviso, dove è migliorata tecnicamente lavorando con il maestro Nicolas Barroso. Ma il suo obiettivo è crescere ancora, motivo per cui durante l’estate ha trascorso diversi giorni a Bari allenandosi con Claudia Cascella – altra ex tennista e sua prossima compagna di torneo – e con il coach argentino Joaquin Bolognese. Così si è preparata al meglio per i Mondiali Senior, vivendo un’esperienza indimenticabile con la maglia azzurra.

Successo azzurro nella prima edizione dei Mondiali Senior
Era difficile immaginare un esordio migliore per la nazionale italiana ai Campionati Mondiali Senior di padel. A Malaga la squadra azzurra ha conquistato l’argento con le donne, fermate soltanto in finale dalla Spagna, e il bronzo con gli uomini, a segno nella finale per il terzo posto contro il Messico dopo aver perso una combattuta semifinale contro l’Argentina. Alla prima edizione dei Mondiali Senior hanno partecipato quattordici delegazioni in campo femminile e sedici in ambito maschile; l’Italia guidata dal CT Roberto Agnini è volata a Malaga con ventotto atleti, distribuiti nelle tre categorie femminili over 35, 40 e 45 e nelle cinque maschili (le stesse già citate con l’aggiunta dell’over 50 e 55). Tanti hanno disputato anche il Mondiali di categoria (a coppie), disputando parecchie partite e raggiungendo buoni piazzamenti. Un ottimo risultato complessivo per gli azzurri, che hanno confermato la crescita del movimento italiano del padel e l’ottima preparazione tecnica e atletica dei suoi atleti. Tanti sono ex tennisti di buon livello, fattore che può essere d’aiuto nella pratica del padel.

«Saper giocare a tennis è un vantaggio all’inizio per l’impugnatura della racchetta e per la tecnica delle volée, anche se nel padel queste vengono effettuati con più ‘taglio’ – spiegano gli “addetti ai lavori” – il padel è più semplice da imparare ed è più divertente per i principianti, grazie al campo più piccolo e alla velocità di palla inferiore. Rispetto al tennis è un gioco che ha meno pause ma che richiede più ‘pensiero’; gli scambi sono generalmente più lunghi e si concludono a rete e spesso conviene attendere l’errore dell’avversario piuttosto che forzare i colpi. L’istinto del giocatore di tennis, inoltre, suggerisce di impattare la palla subito dopo il primo rimbalzo, ma con il tempo si impara a colpirla anche dopo che questa ha toccato la parete di fondo. Altra differenza è a livello mentale; il tennista ragiona quasi sempre per sé stesso, il giocatore di padel deve considerare la presenza di un compagno. Ed è per questo che l’intesa fa spesso la differenza».

Luca Bianco

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