Valchisone, un gruppo cento per cento “made in Val Chisone”

Hockey su prato News

Pubblicato il: 06/07/2017



In Val Chisone si gioca a hockey su prato dal 1968. è il figlio del farmacista di Perosa Argentina, studente di medicina e giocatore al CUS Torino, a coinvolgere alcuni ragazzi del paese e della valle durante i suoi allenamenti estivi. Il nuovo sport di origine anglosassone attira subito un buon numero di persone e nasce così l’Hockey Club Villar Perosa, che nei decenni cresce e sale di categoria, arrivando fino a un quarto posto in serie A1 negli anni ’90. Gli anni ’90 vedono anche la costruzione dell’attuale campo e della club house, realizzata dagli stessi giocatori. L’impianto rimane abbandonato nel 2001 quando la società si scioglie, ma torna a “vivere” nel 2005 quando l’attività riprende.

“Eravamo un gruppo di famiglie e provammo a far rinascere tutto con i nostri figli e con i loro amici” ricorda Paolo Dell’Anno, attuale Presidente dell’Hockey Valchisone, “nel 2006 ci iscrivemmo ufficialmente, nel 2008 cambiammo il direttivo ma i ragazzi rimasero sostanzialmente gli stessi”. E non smisero più di giocare; il gruppo è praticamente quello di allora, con la differenza che i bambini del 2008 oggi sono ragazzi di 17-18-19 anni e hanno appena concluso una stagione incredibile, conquistando una storica promozione in A2.

Non solo, nei campionati giovanili hanno raccolto tre scudetti e un secondo posto tra prato e indoor, allungando la striscia di successi dell’under 18 che non perde una partita dal maggio del 2014. Il primo “segreto” per vincere sempre è naturalmente allenarsi. Tecnica e tattica sono affidate a Paolo Dell’Anno, mentre Lorenzo Rostagno si occupa della preparazione atletica. Lavora con la squadra da cinque stagioni e il suo lavoro è senza dubbio una delle chiavi del successo.

“È un atleta instancabile ed è riuscito a trasmettere ai ragazzi e alle ragazze la sua passione” spiega Dell’Anno, “sudare e faticare insieme aiuta a cementare il gruppo e a tirare fuori il meglio di sé nei momenti cruciali delle partite”. Gli altri motivi principali per cui il gruppo storico non si è mai sciolto sono il divertimento, l’amicizia e il senso di appartenenza al paese e alla valle.

“Negli anni abbiamo cercato qualche innesto per la squadra femminile ma per la maschile siamo 100 per 100 ‘made in Val Chisone’” afferma con orgoglio Paolo Dell’Anno, “abbiamo anche un bel vivaio di bambini che hanno iniziato a giocare da poco e che possono contare sull’esempio dei più grandi, che guardano con entusiasmo e ammirazione”.

Tra questi ci sono Sandy Grosso, Edoardo Dell’Anno – figlio di Paolo – e Simone Minetto, in questi giorni impegnati in un collegiale con la nazionale in vista degli Europei under 21 di pool B. Tutti e tre hanno iniziato a giocare a hockey da piccoli quando il Valchisone era una realtà appena nata e come altri sono cresciuti insieme, sul campo e fuori.

“Il gruppo è la nostra arma in più” spiegano senza esitazioni, “l’amicizia che ci lega nella vita ci permette di avere una sintonia durante le partite che poche squadre hanno. Trascorriamo molto tempo insieme, ovviamente durante gli allenamenti ma anche la sera, quando andiamo a una festa o semplicemente a bere qualcosa al bar. E i nostri amici che non giocano vengono a tifare per noi”.

Sandy, Edoardo e Simone sono “Ughi Boys”; appartengono cioè alla nidiata di ragazzini nata e cresciuta con Silvana Ughetto, moglie di Paolo scomparsa qualche anno fa. “Silvana li ha forgiati nel carattere e nel gioco” conclude Paolo Dell’Anno, “sono entrati in squadra quando avevano 6-7 anni e ora sono maggiorenni. Questo ci riempie di orgoglio, perché sappiamo di aver dato qualcosa a loro, così come loro hanno dato tanto a noi”. E ancora per chissà quanto tempo continueranno a scrivere la storia dell’Hockey Valchisone.

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